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Tutti oggetti in vetro che ricordano le trasparenze dell’acqua, cioè il primo tema del concorso di Venice Design Week, e sono in grado di evocare anche il secondo: il tema/metafora di una trasparenza che va “oltre lo sguardo”.

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Il senso dell’accostamento dei reperti antichi ai gioielli creati dai designers è quindi più esplicito per alcuni pezzi e più nascosto, intrigante e legato a giochi di rimando culturale o letterario per altri.

Ecco allora, solo per un esempio, che alla grande cascata di colore dell’opera Fragilia (Francesca di Virgilio), che ricorda i capelli scomposti di una grande Gorgone, vengono associate sia bottiglie romane con plastiche anse a nervature, evocative dello scroscio di una cascata, sia una bottiglia mercuriale, con la quale veniva conservato un "pharmakon" (φάρμακον), che significa “succo curativo”, o, anche, veleno.  E, così, si ritorna ai capelli di Medusa...

Oppure, l’imponente collana Charcoal (Susanne Elstner) realizzata dalla designer con carbone di larice e  frammenti d’ambra, che viene accostata in mostra non solo alla spilla di Bruno Micolano per grafismi e cromie, ma anche a due preziosi contenitori da Kohl, un ombretto nero per gli occhi, opera forse di officina egiziana del IV sec. a.C., rinvenuti in una tomba che conteneva anche una splendida collana in ambra. E, anche qui, si ritorna così ai due gioielli contemporanei…

Giochi di rimandi intessono anche  le relazioni per gli altri oggetti/gioielli: il motivo a meandro di un balsamario rimanda a quello di una spilla di carta che si apre a ventaglio come un libro, opera di Cristiana Turano Campello; la collana a spirale e la parure di gioielli di Andreia Popescu dialogano con i portaprofumi preromani e romani, espressione della beltà femminile; il pendente a bolle di  Špela ÄŒuk ricorda le mille iridescenze dell’orlo di un’olla antica.

E così anche per gli altri gioielli in mostra, per arrivare infine all’accostamento, esplicito e potente, dei vetri antichi con l’anello dal sapore antico di Maria Luisa Palazzo, con le opere in vetro della designer  Elisabetta Carozzi e con i gioielli di Anna Fanigina, recanti frasi in latino.

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